La differenza tra l’accumulo TESLA e l’accumulo LG CHEM ?

La nostra esperienza diretta di installazioni di batterie di accumulo per fotovoltaico parte da lontano: già nel 2011 abbiamo progettato e realizzato con il nostro team un sistema di accumulo in abbinamento ad un impianto fotovoltaico (il sistema era un NEDAP con battery manager abbinato a batterie Hoppecke al piombo).
Nel nostro settore, 9 anni di esperienza sono un bagaglio enorme data la velocità con cui si evolve il mercato e la tecnologia: oggi il top è rappresentato dalla tecnologia delle batterie al litio, come Tesla PowerWall 2 oppure LG Chem Resu.
Su queste batterie abbinate all’impianto fotovoltaico, abbiamo accumulato una discreta esperienza che vogliamo condividere su questo blog.

TESLA POWERWALL 2: caratteristiche tecniche, vantaggi e svantaggi 

Indubbiamente, l’accumulo TESLA esercita un fascino tutto suo, legato al marchio ed all’auto elettrica. E’ molto compatta ed esteticamente è gradevole: il nome scelto “power wall” (letteralmente “energia a muro”) è particolarmente indicato perchè è una batteria al litio perfetta per essere appesa al muro (fino a 1,5 metri da terra) , quasi come un arredo da salotto…….
   

Dal punto di vista tecnico, la batteria Tesla PW2 è tra le più “capienti” e compatte sul mercato: 13,5 kWh scaricabili al 100%.
E’ anche tra le più potenti batterie monofase, essendo dotata di un inverter capace di erogare 5 kW di potenza elettrica continua con un picco di ben 7 kW a 230 V.
La tensione di lavoro dell’accumulo Tesla Powerwall 2 è di 230 volt in corrente alternata AC (a differenza del modello precedente, il Powerwall 1 che era alimentato in corrente continua DC).
La garanzia è un altro punto di forza: 10 anni sul prodotto e numero di cicli (carica e scarica) illimitati. Ovviamente, nei 10 anni di esercizio, la capacità di accumulo diminuisce arrivando al 70% del valore nominale al decimo anno.
Punti deboli della batteria Tesla Powerwall 2 ?
Fino a dicembre 2019 non era in grado di alimentare una linea di “black out” (meglio nota come BackUp), ovvero se mancava tensione lato rete (ENEL per intenderci), la batteria TESLA non alimentava più i carichi.
Da Marzo 2020 è pronta la versione capace di funzionare in assenza di tensione lato rete: un autentico sistema di Back Up che interviene in circa 1 secondo (da non confondere con l’UPS che interviene in pochi millisecondi) che consente al proprietario del Tesla Powerwall 2 di avere corrente in casa anche in caso di blackout generale. In aggiunta, il sistema di backup Tesla consente di riattivare anche la produzione dell’impianto fotovoltaico (compatibilmente con la potenza totale disponibile e quella richiesta dai carichi). Unico neo del sistema di back-up Tesla è legato alla normativa italiana che (unica al mondo) richiede delle componenti aggiuntive esterne, abbastanza costose (per maggiori informazioni, essendo un discorso abbastanza tecnico, potete contattarci telefonicamente o mezzo mail).
Per quanto riguarda l’app di monitoraggio, Tesla Powerwall 2 ha un interfaccia molto semplice ed intuitiva:
 
Resta un punto debole per il Powerwall 2 (legato a come funziona la batteria Powerwall2) , solo se confrontata alla sua diretta concorrente, la LG CHEM Resu (sia 400V, sia 48V): l’efficienza di conversione media che dichiara Tesla è del 90%, essendo una batteria “post produzione” lato corrente alternata, si hanno due conversioni in più rispetto ad una batteria collegata lato DC, ovvero lato corrente continua. L’efficienza di conversione DC/DC della LG CHEM Resu è del 95%, pertanto c’è un 5% di efficienza a favore di quest’ultima.

LG CHEM Resu: caratteristiche tecniche, vantaggi e svantaggi  

Il marchio LG CHEM è un ramo specifico del colosso LG ed opera nel settore delle batterie al litio dagli anni ’90. Pertanto, come esperienza e conoscenza degli accumuli al litio, non ha nulla da invidiare a TESLA.
Certamente in LG non hanno saputo lavorare con il marketing come hanno fatto in Tesla, dove hanno creato un brand immediatamente riconoscibile e “desiderabile” dal consumatore che vuole installare batterie di accumulo per la propria abitazione.
Venendo alla parte tecnica, le LG CHEM Resu hanno sviluppato solo prodotti che lavorano in corrente continua; le Resu 400V specifiche per sistemi tipo SolarEdge e le Resu 48V per gli inverter dotati di battery manager in DC.
Lavorando in corrente continua, le batterie LG CHEM sfruttano l’inverter fotovoltaico per generare corrente alternata: questa scelta tecnica diminuisce le perdite di conversione  (Tesla con il Powerwall 2 deve convertire l’energia elettrica da corrente alternata a corrente continua per caricare le celle la litio e poi rifare il processo inverso per alimentare i carichi dell’abitazione) e semplifica l’installazione. Semplificando, la batteria LG CHEM preleva energia elettrica in corrente continua direttamente dal campo fotovoltaico (in realtà, sono dotate di un trasformatore DC/DC per adeguare la tensione di ricarica alla tensione di lavoro del campo fotovoltaico).
Una conseguenza del fatto che la LG CHEM Resu lavora in continua e sfrutta l’inverter esistente del generatore fotovoltaico, è che la potenza di immissione resta invariata, mentre con TESLA la potenza di immissione aumenta di 5 kW nominali e bisogna fare attenzione a non superare la soglia imposta dalla CEI 0-21 per la SPI esterna.
  

Altro vantaggio delle LG CHEM contro TESLA Powerwall2 è il monitoraggio unico: se ad esempio prendiamo il sistema di monitoraggio approfondito SolarEdge, aggiungendo la batteria LG CHEM Resu 400 non bisognerà cambiare portale o interfaccia, ma semplicemente il proprietario dell’accumulo vedrà comparire l’icona della batteria sulla sua APP o sul portale on line; 
La schermata seguente è di un impianto SolarEdge con accumulo LG CHEM RESU 400 da 10 kWh:

La profondità di scarica delle LG CHEM Resu varia dal 90% al 95% a seconda della taglia, rispetto al 100% della batteria Tesla Powerwall 2.
La potenza elettrica erogabile è identica per le due batterie, quindi 5 kW continui e 7 kW di picco.
La garanzia è 10 anni senza limitazioni sui clicli di carica e scarica: LG garantisce che al decimo anno di esercizio, la batteria riesca ancora ad erogare il 60% della sua capacità di accumulo.
Il sistema di back-up, che riattiva l’alimentazione dei carichi in caso di mancanza di tensione lato rete (classico “black-out”), è indipendente dalla batteria LG CHEM, in quanto fa parte dell’inverter esterno (dell’inverter dell’impianto fotovoltaico, per intenderci). Alcuni inverter gestiscono questa funzione (come ad esempio Solax), altri invece ancora no (come ad esempio SolarEdge).

Alla fine, valutiamo il parametro che più interessa l’acquirente: il prezzo ! Quanto costa una batteria di accumulo Tesla Powerwall 2 ? In realtà, questo valore è reperibile dal sito del produttore, ma è molto variabile in base al tipo di installazione; infatti, sul sito è indicato il costo dei componenti principali: Powerwall 2 e Garaway 2. Il resto, è indicato con una forbice ampia di prezzo e dipende dal tipo di installazione.
A titolo esemplificativo, per una installazione in “retrofit” del Powerwall 2 (ovvero su un impianto fotovoltaico esistente) al prezzo on line c’è da aggiungere:
1) Aggiornamento schema elettrico del sistema FV + Batteria (è necessario che sia firmato e timbrato da professionista abilitato perchè è da inviare ad ENEL; per i sistemi monofase basta anche timbro e firma dell’installatore abilitato alla lettera A sulla CCIAA e che abbia regolarmente frequentato il corso di aggiornamento FER;
2) Pratica con il gestore di Rete (ENEL, per esempio) + pratica con il GSE + aggiornamento TERNA
3) Quadri elettrici completi di interruttori differenziali magnetotermici
4) Canaline, cavi, minuterie varia
5) Manodopera per l’installazione
6) Programmazione, attivazione monitoraggio, prima accensione convalida garanzie

Se confrontiamo la LG CHEM Resu 48V da 13 kWh con la Tesla Powerwall 2 da 13,5 kWh, tenendo conto delle diverse profondità di scarica, TESLA risulta più costosa di circa il 10%.
Bisogna però tener presente che TESLA ha anche un componente elettronico in più, ovvero l’inverter AC/DC, quindi i prezzi sono in realtà perfettamente allineati.
In entrambi i casi, un sistema di accumulo ben dimensionato e progettato in abbinamento ad un impianto fotovoltaico altrettanto ben dimensionato e progettato, riesce a portare l’autoconsumo a oltre l’80% ed il risparmio in bolletta fino al 90%.

Per maggiori informazioni sull’utilità della batteria di accumulo, l’autoconsumo e l’autarchia, vi invitiamo a leggere l’articolo dedicato sul nostro BLOG (clicca qui)

ing. Simone Scotto di Carlo

Direzione Tecnica IS ENERGY Srl