È possibile portare in detrazione il costo della batteria di accumulo?

È possibile portare in detrazione il costo della batteria di accumulo?

Dalla nascita della “rivoluzione green” – che, contrariamente a quanto spesso si crede, non è partita con il SuperEcoBonus 110% nel 2020 ma affonda le sue radici nel 2005 con il Primo Conto Energia, seguito poi da un’escalation tra il 2007 e il 2013 con altri quattro Conti Energia e le detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica introdotte nella Finanziaria del 2007 – abbiamo ricevuto numerose richieste di chiarimento su decreti, normative, guide, interpelli e FAQ. Una serie di documenti che si sono accumulati negli ultimi vent’anni, generando una complessa “giungla normativa” in cui non è facile orientarsi.

Fatta questa premessa, torniamo al quesito di partenza. In merito, offriamo la nostra interpretazione – non una risposta definitiva, trattandosi di questioni soggette a interpretazioni normative – alla domanda: è possibile beneficiare della detrazione fiscale del 50% (Bonus Ristrutturazioni) per acquistare e installare una batteria di accumulo su un impianto fotovoltaico incentivato con il Conto Energia?


La normativa

La delibera del 2014 (AEEG 574/2014/R/EEL) escludeva la detrazione sul sistema di accumulo soltanto nel caso in cui l’impianto fotovoltaico fosse incentivato dal Primo Conto Energia, ed il GSE aveva validato questa posizione decretando che l’installazione di sistemi di accumulo non comporta la perdita della tariffa incentivante. Successivamente, la Circolare dell’Agenzia delle Entrate del 2019 ha esteso l’incompatibilità in generale a tutti i Conto Energia (quindi dal primo al quinto).

È infatti corretto non incentivare con detrazione fiscale un sistema di accumulo su un impianto già incentivato con conto energia, così come non è possibile incentivare con detrazione fiscale un potenziamento dello stesso impianto, in quanto le due modifiche andrebbero a variare le letture del contatore di produzione sulle quali è basata l’erogazione della tariffa incentivante. Il potenziamento del campo fotovoltaico incentivato andrebbe, infatti, ad aumentare la produzione e di conseguenza andrebbe ad accrescere il contributo in conto energia.  Pertanto, non è ammesso.


La batteria andrebbe invece a modificare le letture del contatore di produzione il quale andrebbe a contabilizzare energia anche di notte: questa condizione è vietata, per evitare truffe (ci sono stati in passato goffi tentativi di truffa in questo senso).


Pertanto, è acclarato ormai che non è possibile modificare in alcun modo tutto quello che si trova a monte (lato campo fotovoltaico) del contatore di produzione su impianti incentivati in Conto Energia. Superato il contatore di produzione, c’è campo aperto: è possibile installare una nuova sezione di impianto non incentivata, ed è possibile accumulare energia in una batteria. In entrambi i casi, si ha diritto alla detrazione fiscale del 50% su reddito IRPEF.


L’accumulo integrato

A questo punto arriva di nuovo l’Agenzia delle Entrate con la Circolare n.275/2020 che esplicita ancora di più (restringendolo ulteriormente) il campo di applicazione della detrazione fiscale: viene introdotta la definizione di “sistema di accumulo integrato nell’impianto”, relegando la possibilità di detrazione ai soli impianti rientranti in questa categoria.

Ma cosa si intende per “accumulo integrato nell’impianto”? Questo non è dato saperlo con precisione.
Forse si intende, rifacendosi alle definizioni contenute della CEI 0-21, evitare di incentivare con detrazione fiscale, semplici sistemi di batteria non alimentati da impianti fotovoltaico o in generale da fonti rinnovabili?

Ad esempio, si intende evitare di incentivare con detrazione fiscali batterie che caricano di notte con tariffa agevolata per erogare poi energia di giorno?


Resta il fatto che, a rigor di logica, l’energia elettrica prodotta da impianti fotovoltaici incentivati, è vincolata fino al contatore di produzione (punto di lettura dell’energia sulla quale viene erogato l’incentivo appunto in “conto energia”); oltre questo punto “elettrico” l’energia può essere liberamente auto consumata dal produttore, ed un sistema di accumulo non fa altro che incrementare questa possibilità.

È valida quindi la definizione di “accumulo integrato nell’impianto”? Dato che la batteria utilizza l’energia fotovoltaica (modalità “retrofit”), ricade in questa definizione?


Secondo la nostra interpretazione sì. Ma non è detta l’ultima parola.

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Simone Scotto

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